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Comunità energetiche: come risparmiare energia
auto producendola 

Per comunità energetiche rinnovabili si intende un gruppo di soggetti pubblici o privati che si organizzano per produrre e condividere localmente l’energia prodotta da fonti rinnovabili.
In Italia dal 28 novembre parte la consultazione sulle comunità energetiche. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto durante l’assemblea nazionale dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani).
In questo modo privati cittadini possono creare una comunità energetica, nella quale produrre e consumare l’energia, creando un circolo virtuoso che porta ad un importante risparmi energetico.

Si è chiuso – ha affermato il ministro Pichetto – un percorso procedurale sulle comunità energetiche, che nel Pnrr hanno uno stanziamento di 2.2 miliardi: da lunedì prossimo parte una consultazione di quindici giorni, dopodiché chiudiamo il provvedimento con le osservazioni che verranno raccolte. Questo riguarda tutte le realtà e i Comuni sotto i cinque mila abitanti e le organizzazioni anche di tipo informale che si struttureranno su questo fronte“.

Come funziona una comunità energetica

Soggetti pubblici o privati creano un ente legale per produrre energia elettrica da fonti rinnovabili. In questo modo una comunità si trasforma in consumatore attivo in quanto produttore di energia, poiché dotati di un proprio impianto per la generazione di energia elettrica per l’autoconsumo. L’energia prodotta in eccesso può essere ceduta ad altri soggetti che sono collegati in quella che è chiamata smart grid, o rete di distribuzione elettrica.

La normativa sulle comunità energetiche

Il DL Milleproroghe 162/2019 (convertito in L 8/2020) ha introdotto le definizioni di Autoconsumo Collettivo e di Comunità energetiche rinnovabili e ha definito la norma per la loro costituzione.

Dunque è necessario che:

  • Gli impianti di produzione FER siano entrati in esercizio dopo il 1/3/20 sino a 60 giorni successivi alla pubblicazione del DLgs di recepimento della Direttiva FER 2001/2018 e potenza non superiore ai 200 kW;
  • Gli impianti di produzione e i punti di prelievo siano connessi in BT e tutti alla stessa cabina secondaria MT/BT;
  • I partecipanti allo schema di Autoconsumo Collettivo si trovino nello stesso edificio o condominio;
  • La condivisione dell’energia prodotta tra i membri avviene attraverso la rete elettrica esistente;
  • Sull’energia prelevata dalla rete pubblica, compresa quella condivisa, si applichino gli oneri generali di sistema;
  • I benefici solo su energia condivisa in tempo reale anche tramite SdA.

Sono state pubblicate anche le Regole Tecniche e il portale per le richieste di accesso agli incentivi.

Le comunità energetiche in Europa

Dal 2018, l’Unione Europea ha introdotto una prima definizione di comunità energetica con la direttiva sulla promozione delle fonti rinnovabili, la Direttiva UE 2018/2001. Questa direttiva introduce la CER (Comunità energetica rinnovabile) come nuovo schema di autoconsumo locale da fonti rinnovabili.
A partire dall’emanazione delle direttive (2018, RED II e 2019, IEMD), l’UE ha definito in maniera univoca il concetto di CER. Prima di questa definizione, laddove i diversi stati avessero una normativa, esistevano già esperienze di autosufficienza energetica e schemi di condivisione di energia a livello locale, sia in Europa che in altri paesi non-UE.

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